Il Parco degli Acquedotti
Il Parco degli Acquedotti fa parte del Parco Regionale Suburbano dell'Appia Antica. E' compreso tra via Appia e via Tuscolana, è delimitato da via Lemonia, via delle Capannelle, via Appia e via del Quadraro.
La zona è caratterizzata dalla presenza di ben sette acquedotti, e di altri edifici antichi, tra cui la villa delle Vignacce e il casale di Roma Vecchia. Gli acquedotti sono quelli dell’Anio Vetus e dell’Anio Novus, dell’Aqua Marcia, della Tepula, Iulia, dell’Aqua Claudia e dell’Acquedotto Felice, quest’ultimo tuttora funzionante. In via del Quadraro, dove si possono ammirare le arcate dell’acquedotto Claudio che qui raggiungono la massima altezza (27-28 metri), recenti scavi hanno portato alla luce una serie di strutture comprendenti alcuni monumenti sepolcrali, un edificio identificato come un tempio o mausoleo, un piccolo colombario, resti del basolato della via Latina ed un albergo con impianto termale (mansio). Tutte queste strutture non sono al momento visibili in quanto ricoperte. La villa detta le Vignacce è una delle più grandi ville suburbane di questa zona; databile tra il II e il IV secolo d.C., fu probabilmente costruita da Q. Servilio Pudente, ricco produttore di laterizi del tempo di Adriano (117-138 d.C.), come sembrano dimostrare alcuni bolli di mattoni e tubi di piombo (fistulae) recanti il suo nome, rinvenuti negli scavi. I resti conservati della villa si riferiscono ad un grande complesso termale e a una cisterna a due piani, alimentata dal vicino Acquedotto Marcio. Il Casale di Roma Vecchia e la località in cui si trova prendono nome dalla vicina villa dei Sette Bassi in quanto, data la grande estensione delle sue rovine, nel Settecento si riteneva che queste appartenessero ad un’altra città antica simile a Roma. Si tratta di un casale-torre, situato lungo la via Latina, probabilmente sul luogo di una antica stazione di posta, risalente al XIII secolo. Il casale si trova in posizione strategica, tra gli acquedotti dell’Aqua Claudia e Marcia. Accanto al Casale di Roma Vecchia corre il fosso dell’Acqua Mariana, detto marrana già nel medioevo. Si tratta di un fosso per gran parte a cielo aperto, realizzato da Callisto II nel 1120 per riportare l’acqua a Roma degli acquedotti dell’Aqua Tepula e Iulia. Da allora il termine "marrana" indica a Roma tutti i fossi presenti nel suburbio. Accanto al fosso sono i resti di una torre medioevale del XIII secolo, costruita su una cisterna romana. Più avanti, tra l’acquedotto Claudio e la ferrovia Roma-Cassino, si trova la cosiddetta "tomba dei cento scalini", così chiamata dal numero dei gradini che conducono alla camera sepolcrale; qui, entro alcune nicchie (arcosoli) si trovano dei sarcofagi in marmo con coperchio a spiovente; alcuni cunicoli sono stati in seguito scavati nella tomba, probabilmente per essere utilizzati come catacombe.
Presso l'accesso di via Lemonia 256 si trova il Punto Informativo dell'area, aperto tutte le domeniche; l'accesso al parco può avvenire anche da altri punti.